Anche la salciccia, come le persone, può impazzire.
Non è una battuta, perché la salciccia “matta”, altrimenti detta ciavar o zambudel, in italiano zambudelle, è un prodotto tipico dell’appennino tosco-romagnolo, di quella parte di territorio che fa riferimento all’alta vallata del fiume Savio, in provincia di Forlì-Cesena.
Bagno di Romagna, è uno dei comuni in cui risiedono ancora quei pochi produttori di salciccia matta rimasti ancora in circolazione. E’ una specie da preservare, purtroppo in via di estinzione, proprio come i panda.
Ed è proprio a Bagno di Romagna che ospiterà, domenica 12 ottobre 2014, la Sagra dello Zambudelle, specialità tipica della zona chiamata “salciccia matta” per via di quel colore scuro edematoso, così diverso da quello delle salsicce tradizionali.
Lo zambudelle è composto da parti di “scarto”, le meno pregiate del maiale: ritagli della gota e della testa, lingua e cuore macinati, impastati e aromatizzati con sale, pepe, aglio e Sangiovese, infine insaccati in budello suino.
Si tratta in fondo dell’ennesima dimostrazione di abilità, tanto diffusa nelle tradizioni e nella cultura romagnole. Ossia quella espressa nei cosiddetti “piatti poveri”, che di povero hanno esclusivamente la materia prima, non certo la qualità ed il sapore del prodotto finito.
Un risultato davvero sorprendente, o “pazzesco”, sarebbe forse il caso di dire.