Dopo Forlimpopoli, anche anche la città di Cotignola situata nella bassa ravennate, celebra il rito della Segavecchia. L’evento si tiene esattamente dal 7 al 10 di marzo 2013. Come ormai è consuetudine, ci sarà la tradizionale sfilata di carri allegorici, che saranno accompagnati da bande musicali, gruppi folkloristici, majorettes e ballerine. La manifestazione, che avrà come “location” il centro cittadino, raggiungerà il suo apice con la decapitazione e il rogo che rappresenta la vecchia, che sarà preceduta dalla lettura della bolla di condanna della sentenza. Da diverso tempo, esattamente da alcuni anni, al rito della Segavecchia di Cotignola, se ne è aggiunto un’altro. Viene lanciata una bambolina appesa a dei palloncini con un messaggio e un premio a chi la raccoglierà. Il lancio della bambolina vuole salutare l’arrivo della buona stagione. Le origini di questa festa hanno radici antiche. Si narra che Francesco Sforza, signore di Cotignola, fu colpito da una malattia molto grave, contro cui risultavano vane tutte le cure che erano state disposte per rimetterlo in sesto. Questi sorprese una vecchia fatucchiera mentre stava perforando con uno spillo l’immagine che lo rappresentava. Insomma, come in una specie di macumba. Appena fu scoperta, la vecchia fu condotta davanti al capitano del paese, il quale dopo aver provato la colpa della megera, condanno la rea alla pena capitale. Cotignola, ripropone questa festa chiamata per l’appunto Segavecchia, che ripete in forma allegorica l’esecuzione capitale, dandole però un significato diverso, c ioè la vecchia sarebbe l’ emblema delle brutture della stagione oppure di altra natura, che recano danno alle persone e alle cose. La sua morte quindi assumerebbe i contorni di una specie di liberazione in attesa di un domani migliore. Saranno altresì delle giornate dedicate a eventi musicali e culturali che animeranno il paese. Non mancheranno gli stand gastronomici allestiti in piazza. che proporranno ai visitatori la tipica cucina romagnola, con ricette registrate dall’accademia italiana della cucina. Il menù è il seguente: cappelletti al ragù, vasta scelta di carni, come castrato, stufato di pecora con patate, con bruschette, piadina e pizza fritta, il tutto “bagnato” con il vino di produzione locale. Un appuntamento da non mancare.