Narra la vulgata popolare che Francesco Sforza, signore di Cotignola e duca di Milano, colpito da un misterioso male, sorprese una vecchia in odore di stregoneria, nell’oscura pratica di un maleficio, ossia intenta a trafiggere un fantoccio con le sembianze del potente Sforza, con spilloni accuminati e intinti in un veleno mortale.
La vecchia fu perciò condannata alla pena capitale per decapitazione sulla pubblica piazza, poi bruciata sul rogo. All’esecuzione seguì una grande festa, su volontà del capitano di Cotignola, festa a cui tutt’ora gli abitanti si richiamano.
Eppure la Festa della Segavecchia assume oggi una connotazione e un significato diversi da quelli originari, rappresentando piuttosto il saluto ad una stagione invernale (la vecchia) che si avvia lentamente alla conclusione, cedendo il passo alla rinascita della vita e alla fertilità della primavera, una sorta di auspicio per un futuro che ci si augura dal raccolto ricco e generoso.
Cotignola, cittadina della bassa ravennate, dal 3 fino al 6 marzo festeggia così la Festa della Segavecchia.
La vecchia viene portata al rogo in corteo, dai rioni cotignolesi e dalla sfilata di carri allegorici, quindi, subito dopo la lettura della sentenza, il fantoccio dell’attempata signora viene dato alle fiamme.
Saranno quattro giornate ricche di eventi ed intrattenimento. Nella piazza principale del paese un fornitissimo stand gastronomico colmo di ogni ben di Dio, propone un ricco menù, che varia dai cappelletti al ragù, fino ad una vasta scelta di specialità di carne, accompagnate da bruschette, piadine, pizza fritta, il tutto innaffiato con del buon vino locale.
Per info: www.romagnadeste.it