Correva l’anno 257 d.C. quando l’imperatore spalatino Diocleziano emanò un editto concernente la ricostruzione delle mura di Rimini, distrutte da Demostene re dei Liburni.
Tra i tagliatori di pietra e gli incisori chiamati da tutta Europa, due dalmati, provenienti per la precisione dall’isola di Arbe, erano destinati a rimanere nella memoria di molti: Marino e Leo.
La loro vicenda riminese è suscettibile di diverse interpretazioni, non è certo se fossero arrivati in cerca di lavoro o stessero fuggendo a causa di qualche persecuzione di carattere religioso. Da Rimini furono entrambi inviati sul monte Titano per estrarre e lavorare ogni tipo di roccia autoctona, qui rimasero per ben tre anni.
In seguito i due compagni decisero di separare le loro strade, Leo si fermò sul monte Falciano, detto anche Monte Faretro o Feltro, scavandosi una celletta nella roccia e costruendo con i compagni di viaggio un piccolo oratorio cristiano. L’insediamento prese con il tempo il nome di San Leo, il bellissimo borgo situato nella Valmarecchia che tutti conosciamo.
Marino decise invece di tornare a Rimini, dove rimase per 12 anni e 3 mesi. In questo lasso di tempo continuò a professare la parola del Signore e a condurre una vita di penitenza, si ritirerà quindi sul monte Titano dove fondò uno stanziamento cristiano. San Marino, l’antica terra della libertà, nacque in origine come una piccola comunità cristiana.
Marino, ordinato anche diacono dal vescovo di Rimini, si dedicò ad sua vita di predicazione, ritiro e preghiera. Morì il 3 settembre di un anno sconosciuto, alcuni dicono il 301 altri il 366 d.C. . Tale giorno viene solennemente ricordato come anniversario di fondazione della Repubblica di San Marino.
Come ogni anno, nella Rsm, il 3 settembre ricorre la Festa del Santo Fondatore, ricordato con solennità in onore di una radice ancora profondamente sentita. La data segna anche la nascita della Repubblica, avvenuta, secondo la vulgata corrente, nel 301 d.C..
Si tratta di una giornata particolarmente cara per tutti i sammarinesi, carica di un romanticismo che coinvolge indistintamente residenti e visitatori, ammaliati dalle mille suggestioni trasmesse dal fervore dei festeggiamenti.
Si parte al mattino con rituali che hanno il crisma della solennità, con la celebrazione della Santa Messa nella basilica. Segue la solenne processione delle relique del santo per le vie del centro.
Nel pomeriggio è il turno dei balestrieri, che incarnano la difesa della libertà, simbolo di un passato rievocato attraverso competizioni e spettacoli di varia natura.
La sera vedrà invece protagonista la banda militare di San Marino alle prese con il tradizionale concerto, per terminare infine con l’attesissima tombola. Lo spettacolo pirotecnico concluderà i festeggiamenti sotto il tetto di un cielo che si colora dei colori dell’arcobaleno.
Per conoscere nei dettagli il programma inerente i festeggiamenti consultare il sito www.visitsanmarino.com