14 e 21 novembre
Da prodotto di nicchia ad eccellenza gastronomica di livello nazionale e internazionale, negli ultimi anni l’ascesa del formaggio di fossa di Talamello, la cosiddetta Ambra di Talamello, è stata dirompente. La bontà di questo formaggio dell’Alta Valmarecchia, celebrata a dovere con la Fiera del Formaggio di fossa, giunta quest’anno alla 25° edizione, ha infatti ormai conquistato tutti i palati del Belpaese, richiamando ogni novembre nelle bellissime terre del Montefeltro migliaia di visitatori.
La storia dell’ambra di Talamello è tanto antica quanto curiosa. La sua nascita è infatti frutto del caso: nel corso del XV secolo, i contadini dell’Appennino romagnolo-marchigiano furono costretti a nascondere le provviste nelle fosse di arenaria per proteggerle dalle razzie delle truppe di Alfonso d’Aragona, ospitate dal signore di Forlì dopo la sconfitta patita per mano dei francesi e presto sprovviste di sufficienti razioni alimentari. Stoppati i saccheggi e partiti gli eserciti, i contadini dissotterrarono le provviste e scoprirono con sommo gaudio che il formaggio aveva cambiato le proprie caratteristiche organolettiche, divenendo quel prodotto ancora così tanto apprezzato a 500 anni di distanza.
Da allora il procedimento nato per caso viene messo in pratica ogni estate: le fosse vengono ripulite e asciugate con un falò di paglia e sterpi, poi viene creato un incavo ricoperto da pareti di legno, canne e paglia, dove vengono deposte forme di formaggio pecorino, vaccino o misto in sacchi di cotone bianchi. Dopo tre mesi di stagionatura, si aprono le fosse e si ottiene il mitico formaggio, detto appunto di fossa.
Anche quest’anno si potranno assaggiare a Talamello, nello stand gastronomico allestito dalla Pro Loco e nei ristoranti convenzionati, menù a base di formaggio di fossa. Inoltre, come ogni edizione, verrà proposto il ‘gemellaggio’ e abbinamento con altri prodotti di qualità: Lardo di Colonnata, Aceto balsamico di Modena, Olio extravergine di Colbordolo, Culatello di Carpegna, Farro di San Lorenzo, Lenticchie di Castelluccio di Norcia, pane di Maiolo con speciale focus sul miele di Torriana.
Incontri, conferenze e spettacoli impreziosiranno le due giornate di fiera. Presso la Sala Don Bosco ecco una mostra di pizzi, merletti, mobili dall’800 ai giorni nostri con”Apriamo i bauli delle nostre nonne“. Il Museo Pinacoteca Gualtieri esporrà una cassapanca completamente intarsiata a mano a cura del maestro ebanista Juri Montanari. Per non dimenticare, viene riproposta la mostra sulla Seconda Guerra Mondiale con le foto dei luoghi colpiti dal conflitto. Infine, sarà possibile visitare le fosse dove viene preparata la mitica ambra di Talamello. L’ingresso alla fiera è libero.
XXV° Fiera del Formaggio di fossa a Talamello
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