Tra i prodotti tipici della Romagna, oltre alla celebre piadina, vi sono i vini. Rossi, bianchi, dolci e secchi accompagnano dal primo al dolce tutti i pasti dei romagnoli. Ecco qui una rapida carrellata dei vini di Romagna.
SANGIOVESE
Sgorga dal Monte Giove di Santarcangelo e risale al lontano 1600. Seconda una leggenda locale, infatti, i frati cappuccini del convento di Sant’Angelo, che coltivavano la vite e producevano vino rosso, ospitarono un giorno papa Leone XII. L’illustre ospite assaggiò il vino e ne rimase talmente colpito da chiederne il nome ai frati, che però non avevano mai pensato di ‘battezzarlo’. Uno di loro, però, disse che il vino si chiamava Sanguis Jovis (Sangue di Giove). Da lì Sangiovese, ad oggi il vino più rinomato ed apprezzato di Romagna. Dal colore rosso rubino, ha un sapore secco, armonico, con leggero retrogusto amarognolo, e il suo odore ricorda la viola. E’ un vino corposo (soprattutto nella versione superiore) e schietto (si dice assomigli un pò ai romagnoli) che si accompagna benissimo a carni rosse, arrosti e grigliate, formaggi e primi piatti di pasta secca o ripiena.
ALBANA
Risalente ai tempi dell’antica Roma, l’Albana è un vitigno a bacca bianca. Sembra infatti che Galla Placidia, figlia dell’imperatore Teodosio, lo abbia assaggiato durante una sosta in un paesino della Romagna. Dal colore giallo paglierino tendente al dorato ha un sapore asciutto, un po’ tannico, armonico e caldo. Il miglior abbinamento si ha con il formaggio di fossa e miele di castagno e confettura di fichi e cotona. La specialità più pregiata è il celebre passito.
TREBBIANO
Anch’esso bianco e leggero, va consumato entro l’anno successivo alla vendemmia. Originario del periodo etrusco- romano (i colonizzatori impiantarono i suoi vitigni dopo la bonifica delle terre romagnole), ha un sapore secco e sapido, mentre il profumo ricorda sentori floreali, erbe e fiori di campo. Perfetto con insalate di mare, aperitivi, stuzzichini e tutti i formaggi ‘molli’ di Romagna: squacquerone, raviggiolo e casatella.
PAGADEBIT
Ecco un altro bianco. Rispetto ad Albana e Trebbiano, però, il Pagadebit ha una gradazione alcolica più importante; proprio per questo, si abbina con i passatelli, i minestroni, le creme vellutate, paste e risotti a base di pesce, ma anche con secondi piatti, come carni bianche e le grigliate di pesce. La sua caratteristica peculiare risiede però nel nome. La denominazione Pagadebit, infatti, deriva dal fatto che il contadino pagava i debiti contratti nell’annata vitivinicola proprio grazie a questo vitigno estremamente resistente.
CAGNINA
Dulcis in fundo (è proprio il caso di dirlo), la Cagnina, classico vino da dolce. Tipicamente associato a ciambella e castagne, così come a torte e crostate, deriva dal vitigno ‘Refosco dal Peduncolo Rosso’ a bacca rossa di antichissima coltivazione. La Cagnina venne infatti importata in epoca Bizantina dalla Dalmazia e dall’Istria, in occasione della costruzione dei monumenti di Ravenna (allora capitale dell’impero). Pronto da bere immediatamente dopo la vendemmia, le sue caratteristiche principali sono il color rosso violaceo con leggera spuma e il profumo vinoso con dolci sentori di piccoli frutti rossi. Una vera e propria delizia per il palato, il modo migliore per terminare un pasto.